Per “febbre” si intende un aumento della temperatura corporea al di sopra dei limiti normali compresi tra 36,5° C e 37,5° C, misurata mediante termometro ascellare. Infatti, non esiste un valore unico considerato come normale, ma questo può leggermente variare a seconda del soggetto, dell’attività in corso, dell’ambiente in cui si trova. Generalmente, si definisce, quindi, “febbre” una temperatura superiore a quella normale.
È importante sapere che la febbre non è una malattia, ma un sintomo: vuol dire che il corpo sta reagendo a un’aggressione di tipo virale o batterica.
L’innalzamento della temperatura ha funzioni precise: serve a ostacolare la riproduzione di virus e batteri. In genere la temperatura è più bassa tra le 4 e le 6 del mattino, ed è più alta tra le 16 e le 18.
Il decorso tipico della febbre si sviluppa in tre fasi distinte:
+ La prima è quella in cui comincia a salire la temperatura e viene definita “fase di ascesa” caratterizzata dalla sensazione di freddo e dalla comparsa dei brividi e pallore.
+ Segue la fase definita “dell’acme” di durata variabile in cui la temperatura si stabilizza su valori più alti, in cui si avverte la sensazione di caldo, accompagnata da occhi lucidi, dalla lacrimazione, dal mal di testa e dal pallore si passa al rossore del viso.
+ La terza fase è quella della “defervescenza”, in cui la febbre scende. La discesa può essere graduale, o rapida. La discesa rapida della temperatura corporea è caratterizzata da una intensa sudorazione.
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